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A proposito di me

Di me si può dire che ho sempre avuto un’indole esplorativa, e un po’ solitaria. I grandi spazi selvaggi mi nutrono l’anima, e mi sento oppresso dalle città, dal rumore e dalle folle. Segue subito che mi troverete in luoghi perlopiù lontani dalle rotte principali. Badate, non alla ricerca di un’ostentata originalità, ma perché lì trovo quello che mi fa star bene: alberi, vento, idee, persone empatiche e perlopiù silenziose, che forse sono lì con me per lo stesso motivo.

La fotografia, e quella analogica in particolare, è per me un vertice esplorativo. Mi dà un compito interiore per non annoiarmi l’anima, e una missione per osservare. Nella vita di tutti i giorni passo la gran parte dei giri del sole davanti ad un computer, a programmare, interpretare dati, analizzare immagini satellitari e studiare lo stress della vegetazione. Tutte cose simpatiche, ma che devono seguire rigidi schemi logici e coerenza.

L’esplorazione dei luoghi, delle idee, e quella fotografica con loro, sono per me lo spazio vitale in cui respirare e inventare. Storie soprattutto, perché il racconto di storie è da sempre una delle più grandi frontiere dell’esplorazione umana, e può essere fatta in modi estremamente astuti, come la fotografia, o la scrittura. L’importante è raccontare qualcosa, e a parte le noie della vita con cui avrei potuto riempire questa pagina, è per questo che sono qui.

Qualche passo in più, e l’ignoto diventa un luogo accogliente.

Jacopo

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