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Vlkolínec

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Spero abbiate provato almeno una volta nella vita la sensazione di estraniamento che si può vivere esplorando. Mi spiego meglio partendo da Vlkolinec, un paesino slovacco patrimonio dell’UNESCO di circa 60 case. È una sensazione che provai immediatamente quando il cofano della macchina inforcò il bivio che da Jazierce porta a Vlkolinec, perché c’erano boschi e picchi innevati di cui non conoscevo il nome. Accanto alla strada c’era un numero sorprendente di rogge da cui l’acqua scorreva in fretta con un suono come di chiacchiericcio, e si perdeva poi nel muschio. Il paese stava su un pianoro soleggiato al termine di un ramo della valle. Non c’era nessuno, nemmeno le foglie sugli alberi. Nessuna auto, nessun rumore, solo case di legno e aria di mistero e solitudine.

È questo l’estraniamento di cui parlo: è quella sensazione di principio che si vive esplorando un luogo a noi estraneo. All’inizio pensiamo sia estraneo a tutti, anche agli abitanti del luogo. Non conosciamo loro, né le loro abitudini. Quel masso in mezzo al bosco pare coperto di mistero più che di muschio. Ci sono sconosciuti i pendii, i crinali delle montagne abbandonati, come se nessuno ci avesse mai vissuto. Noi non sappiamo, per cui nessuno sa. Siamo i primi, e la strada si genera poco più avanti, dietro ogni curva, così che non possiamo vederla. Tutta la valle pare estranea, a noi e a tutti per noi. Credo che questa sia una delle più belle sensazioni che si legano all’esplorazione, il massimo senso di estraniamento: non conoscere il luogo, né le persone che vi abitano, e credere istintivamente che tutto quello che vediamo sia universalmente sconosciuto.

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Vlkolinec visto dai prati che si estendono sul pianoro
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Uno degli edifici di Vlkolinec. Sullo sfondo le cime innevate. Tutto è molto vecchio, ma non è un museo.

Man mano che passa il tempo questa sensazione tende a dileguarsi, perché è fugace. Si affievolisce quando vediamo un abitante del luogo incamminarsi verso il bosco, oppure il riflesso di un finestrino sulla strada di montagna lassù, dove qualcuno sta facendo legna. La valle diventa meno misteriosa, vediamo che altre persone la vivono e l’hanno vissuta per secoli, e immaginandoci le loro vite l’estraniamento proiettato su di loro diventa rarefatto, e poi pian piano lascia anche noi. 

Vlkolinec è un paese bellissimo. Invisibile, annidato sui Carpazi Occidentali dal 1300. Era l’aprile del 2022 e in quel momento era quasi deserto, fatta eccezione per figure di persone antiche e silenziose. Le case lambiscono i prati, e questi risalgono su alcuni pendii ondulati che fanno da spalle al pianoro. Lì, a saggia distanza l’uno dall’altro, stanno alcuni capanni, vecchi, dentro cui lasciar asciugare l’erba per farne fieno. C’era silenzio, e molto vento, e si respirava bene. 

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